Scrittura creativa: 7 storie sul fuoco e non solo

Scrittura creativa: 7 storie

Le storie che seguono sono state scritte in aula nel contesto di un esercizio di scrittura creativa condotto utilizzando dei dadi per lo storytelling.

Ciascun autore ha avuto a disposizione 30 minuti per scrivere la storia.

    • Albert di Agrippino Peruggio
    • Il bambino qualunque di Serena Giorgio De Dilectis
    • Il racconto del nonno di Maria Soviero
    • C’era una volta nell’attico del grattacielo più alto della città di Christian D’Andrea
    • Storia di un impiegato di Riccardo di Mare
    • L’ultima avventura di Valerio di Mare
    • Un mistero in città di Nunzia de Francesco

 

Albert

Viveva in un grattacielo, una costruzione fatiscente logorata dal tempo, un bambino di nome Albert, minuto e con addosso un vestitino che ricorda molto un cono capovolto. Una mattina d’estate, alzatosi per andare a fare colazione mise sul fuoco un pentolino per scaldare il latte, tornando in camera si accorse che il suo bastone in edizione limitata di Gandalf il grigio cadde dalla parete.
Era l’oggetto più prezioso che avesse, lo raccolse e perse del tempo per verificare che non fosse danneggiato. Quando ad un tratto si accorse che del fumo proveniva dalla cucina, impaurito si rese conto che il pentolino con il manico di plastica aveva preso fuoco, scatenando un principio d’incendio: la sua più grande paura stava prendendo vita. Resosi conto di avere il bastone magico ancora tra le mani, provò a sferrare un incantesimo in direzione del fuoco, ma dal bastone non uscì alcuna magia.
L’incendio si propagava troppo velocemente e il bastone continuava a non funzionare nonostante avesse esclamato più volte “TU DA QUI NON PUOI PASSARE!”. I genitori sentendo le grida del bambino si alzarono di colpo, chiamarono subito i pompieri che con fulmineo intervento, corsero a casa di Albert riuscendo a domare le fiamme. Metà casa era oramai solo cenere, neanche la sua carta d’identità riuscì a sfuggire a quel destino … Quel giorno Albert imparò una lezione importante: mai usare un bastone magico di un film per combattere il fuoco, ma bensì l’acqua.

di Agrippino Peruggio

 

Il bambino qualunque

Segni particolari sulla carta dʼidentità? Nessuno! Era un ragazzino qualunque; un aspetto fisico nella norma, nessuna dote in particolare, nessuna ambizione spiccatamente brillante e tantissime paure. Nulla che potesse distinguerlo dalla enorme moltitudine di ragazzini in giro per il mondo né, tantomeno, per il suo paese! Eppure, lʼanonimo ragazzino possedeva una cosa che gli altri ragazzini non possedevano e che, molto probabilmente, non avrebbero mai posseduto: un originalissimo bastone da rabdomante.
Ed era proprio con quel bastone da rabdomante che lʼinnocente ragazzino era solito giocare! Il piccolo avventuriero si divertiva così, andando in giro qui e lì, inseguendo felice quello strano e magico oggetto che puntualmente gli rivelava la direzione di una meravigliosa fonte dʼacqua dove, infine, era solito sostare. Osservando lʼaqua e rilassandosi immaginava imprese e gesta eroiche che un giorno avrebbero potuto renderlo diverso dagli altri ragazzini… e perché no, magari anche speciale. Sembrarono infiniti i pomeriggi trascorsi così, ma fu proprio in uno di questi consueti pomeriggi che accadde uno strano imprevisto; un terribile incendio coinvolse lʼintero paese. La paura fu enorme per tutti.
Per le fiamme, infatti, poco contava la bellezza o lʼestrazione sociale, non importava se si era graziosi o particolarmente bruttini, anonimi o meravigliosamente brillanti, se si possedeva un grattacielo o una semplice casetta di legno! Le fiamme rendevano gli abitanti esattamente uguali, tutti sottoposti al medesimo rischio.
I soccorsi, tra lʼaltro, non arrivavano! Qualche sfortunata complicanza aveva bloccato i rinforzi costringendo tutti gli abitanti del luogo ad ingegnarsi con ogni sorta di stratagemma pur di spegnere le severissime fiamme. Fu un pomeriggio terribile! Nessuno riusciva ad intervenire concretamente, nessuno aveva i mezzi o le abilità necessarie per salvare il paese dalle fiamme, nessuno, nemmeno i ragazzini ritenuti speciali.
Nessuno… tranne lui! Fu proprio il bambino qualunque con il bastone da rabdomante a rivelarsi lʼunico eroe spegnendo lʼincendio con lʼacqua di una segretissima fonte che soltanto lui era riuscito a scovare! Un ragazzino qualunque che, con il suo bastone da rabdomante, riuscì finalmente a divenire speciale.

di Serena Giorgio De Dilectis

 

Il racconto del nonno

Una breve chiamata ed un consenso, era stato necessario solo questo per far sì che una delle peggiori catastrofi si concretizzasse: il trasferimento. Una nuova Nazione, una nuova casa, un nuovo lavoro. Stavo dando alla mia vita una nuova direzione. Il primo giorno di lavoro non fu esattamente come ci si potrebbe immaginare. Il protagonista principale fu un incendio, non uno qualunque, ma quello del grattacielo di cui stavo supervisionando la costruzione (Sentivo l’eco di un licenziamento!) L’acqua proveniente da una fontana ci salvò, neanche fosse l’acqua di Lourdes, ed io smarrii il mio tesserino, sono sicuro che qualcuno lo nascose sotto il mantello invisibile di Potter. “Nonno, ma non doveva essere una storia divertente?” disse la nipotina. “Io invece volevo sentire una storia horror. Non mi sono spaventato, ora ti rubo il bastone!” disse il nipote con una linguaccia.

di Maria Soviero

 

C’era una volta nell’attico del grattacielo più alto della città

C’era una volta nell’attico del grattacielo più alto della città un bastone di legno pregiato tanto ambito che non ricordava chi fosse il suo padrone.
Il bastone, Triste e demotivato, scorge però sul manico legato da un nastrino rosso un tesserino di un anziano signore che vive in una in una casa di campagna, decide quindi di uscire a cercarlo.
Incamminatosi viene fermato da una fontana che gli dice:
– Il tuo padrone oramai non c’è più, vieni tra le mie acque e vivrai per sempre e felice… –
Il bastone intravede però nella fontana altri bastoni spezzati, spugnati e corrosi dall’acqua e scappa via.
All’improvviso si sente chiamare da lontano, si avvicina ed era una fiamma che gli esorta:
-ho delle notizie importanti da darti, ma avvicinati che sono molto anziano e non sento…. –
Il bastone sta per avvicinarsi ma una folata di vento gli fa avvertire il calore.. impaurito scappa via.
Tutti cominciano a chiamarlo e con varie scuse di attrarlo a sé. Le voci cominciano a rimbalzargli in testa fin quando sente il silenzio di un bimbo non vedente all’angolo di una strada…. Capisce e si dirige verso di lui.

di Christian d’Andrea

 

Storia di un impiegato d’ufficio

Avete presente la routine quotidiana svolta da un impiegato d’ufficio che si alza la mattina sempre alla stessa ora, compiendo sistematicamente sempre le solite azioni nello stesso tempo?
Quasi come se a scandire il ritmo ci fosse un metronomo che ad ogni oscillazione ti fa cadere sempre più in quella ipnotica realtà che tu chiami vita.
“Tic” controlli le notifiche sul telefono, “toc” ti alzi, ti rinfreschi, ti metti a tiro e, se ne hai voglia, mangi un boccone… il resto forse lo sai già e non c’è bisogno che io continui a raccontartelo.
Chi, se pur per un periodo di tempo limitato, non ha compiuto le stesse azioni nel medesimo istante, ripetendole ogni giorno per giorni, magari perdendo del tutto la percezione del tempo?
Eh no! Forse quella non la perdi…
Quella non la perdi … perché vivi aspettando che il tuo tempo di routine passi in fretta per catapultarti quanto prima nel Paese dei Balocchi del Sabato e della Domenica, dove non ci sono né libri, né maestri e quasi nessuno che ti dice cosa fare.
Ma adesso veniamo a noi amico mio, a te che scendi di CASA sempre alla stessa ora, ripercorrendo il solito tragitto per il PALAZZO d’ufficio, magari incontrando la solita vecchietta che dorme avvolta tra le coperte su di un cartone d’innanzi alla FONTANA del piazzale, quella che sembra non tenere a nulla se non al suo BASTONE che per lei rappresenta la sua sola ed unica costante in quella vita che a te sembra così senza senso.
Dopo arrivi in stazione…Dove per giorni, settimane, forse anni, incontri sempre le stesse facce, visi con i quali non condividi nulla se non la PAURA di perdere quel treno e di fare tardi a lavoro.
Quelli nuovi? Li riconosci subito, sono i soli in giro a rivolgerti la parola in cerca di DIREZIONE, informazione.
Il treno arriva…!
… Per fortuna anche oggi ce l’hai fatta!
Tra una swippata e un’altra presto sarai in ufficio…
… ma oggi io non sarò con te … ci ho rinunciato.
Crisi di IDENTITA’ ?! No …
Questa notte un FUOCO interiore mi ha bruciato da dentro, facendo collassare tutto quello che voi chiamate REALTA’ !

di Riccardo di Mare

 

L’ultima avventura

Questa storia parla di Adam, un anziano e tranquillo signore, che ormai da anni vive in solitudine nella grande città di Maya. Un tempo, Adam era uno dei più eroici ed abili vigili del fuoco della città, fino al giorno in cui un brutto incidente, un incendio mai visto prima, fece perdere la vita ad un povero ragazzino e costrinse lui a camminare a vita accompagnato da un bastone. Anni erano passati dal tragico incidente, ma il vecchio ancora non si perdonava di non esser stato in grado di salvare il povero ragazzo.
Un giorno, scavando in una vecchia scatola in soffitta, trovò un ciondolo, un vecchio ciondolo che portava sempre con sé suo padre, e che gli fu donato su letto di morte. Sul ciondolo c’era raffigurato una ruota ad otto braccia, otto frecce con la precisione che per il padre voleva dire “qualsiasi scelta tu faccia, qualsiasi strada tu percorra, se questa è alimentata dalla passione del tuo cuore, essa sarà la strada che ti porterà alla tua realizzazione”.
La mente del vecchio subito associò il ciondolo a quella leggenda che il padre amava sempre raccontargli, e sulla quale egli basò tutta la sua vita. La leggenda narrava di una piccola e vecchia casa, poco fuori dalle mura della città, dove si credeva fosse contenuta la fonte di eterna giovinezza, una fontana d’acqua argentea che chiunque avesse bevuto sarebbe vissuto per l’eternità.
Il vecchio preso dalla malinconia e dalla sofferenza dei suoi ultimi grigi anni di vita, decise istintivamente ed irrazionalmente di prendere parte ad un’ultima avventura, un suo ultimo atto eroico, tanto, in fondo, non aveva più nulla da perdere.
Indossò il ciondolo del suo vecchio e partì, mettendo a fatica un passo dietro l’altro verso la vecchia casa. Tutti nella città di Maya conoscevano la vecchia casa, ma tante erano le storie sul suo conto, storie di demoni e fantasmi, e tutti per paura e terrore se ne tenevano alla larga.
Arrivato sull’uscio della porta, sentì il suo cuore battere all’impazzata, era ancora più terrificante di come la descriveva suo padre nei suoi racconti.
Armato di coraggio e la determinazione di chi ormai non ha più nulla da perdere, aprì l’arrugginita e scricchiolante porta d’ingresso ed entrò in casa.
Con sua sorpresa si trovò in una grande stanza, tutta vuota e buia. Non ebbe neanche tempo di pensare a dove si trovasse che subito la stanza divenne luogo di uno degli incendi più grandi che avesse mai visto. Nel mezzo della stanza apparve un ragazzino che chiamava aiuto, era come ritrovarsi nel suo incubo ricorrente, la sua paura più grande, stava rivivendo l’evento che aveva per sempre segnato la sua vita.
Con la saggezza e l’esperienza di un vecchio e la calma e la freddezza di chi quelle situazioni le aveva vissute innumerevoli volte, riuscì a raggiungere il ragazzo e con un forte abbraccio lo protesse dal fuoco. In quel momento il vecchio realizzo di non aver nessuna colpa di ciò che accadde anni prima, e si sentì così sollevato e rinvigorito da quel fardello che finalmente alleggeriva il suo cuore, che si commosse dalla gioia.
Improvvisamente dalla stanza tutto scomparve, il fuoco, il ragazzino, tutto. Era di nuovo solo al centro del grande e buio salone.
Improvvisamente apparve una giovane ragazza, con capelli dorati e che emanava una strana luce.
La donna le diede il benvenuto, e gli disse che per arrivare alla fonte, cosa che nessuno finora era riuscito a fare, doveva lasciarle un offerta, quello che di più prezioso aveva da offrirle.
L’anziano signore non aveva nulla con sé, se non il suo vecchio portafogli in pelle. Sapeva benissimo che il poco denaro che c’era all’interno non gli avrebbe permesso di superare quest’altra prova, e decise di lasciare l’unica cosa che aveva, o meglio, che gli rimaneva. La sua identità.

Nel momento in cui l’anziano signore prese questa decisione, la stanza cambiò istantaneamente, e lo trasportò ai piedi di una meravigliosa fonte argentea, la fonte di eterna giovinezza. Adam allungò la mano per raccoglierne un sorso, e nel momento in cui la portò alle sue vecchie labbra, scomparve in un bagliore accecante che neanche il sole poteva eguagliare.
L’unica cosa che rimase di lui, su un pavimento buio di una stanza vuota, fu un vecchio bastone.

di Valerio di Mare

 

Un mistero in città

In una sera d’estate una telefonata misteriosa giunge nella caserma dei vigili del fuoco: “è scoppiato un INCENDIO in città!”. Stop, chiamata terminata. I vigili non hanno nessun’altra informazione ed insospettiti anche da un tono di voce ambiguo, decidono di ignorare l’allarme. Ma dopo dieci minuti squilla di nuovo il telefono e stavolta a parlare è un BAMBINO che urla IMPAURITO: “correte, vi prego! La mia CASA sta andando a FUOCO e dentro ci sono i miei genitori!”. “Quale è la via?” risponde il vigile, “non lo so , un po’ più avanti ci sono dei GRATTACELI, vi prego fate presto!”. I vigili individuano la zona, i GRATTACELI sono in pieno centro e si dirigono lì, sperando che anche la nuvola di fumo possa indicargli la giusta DIREZIONE una volta giunti nelle vicinanze. Ed è così che ci riescono, i vigili trovano il bambino in lacrime fuori la villa , il quale dice che il fratello più grande che era con lui era corso in casa e non era più uscito. I vigili intervengono subito ed intanto giunge la polizia che allontana il bambino, portandolo a rinfrescarsi presso la FONTANA che si trovava lì pochi metri. Dopo aver spento le fiamme, i vigili entrano in casa e trovano i genitori del bambino morti intossicati, mentre riescono a portare in salvo il fratello che viene subito affidato ai medici dell’ambulanza e portato in ospedale.
Il mattino successivo partono le indagini per scoprire la causa dell’incendio e viene scoperto un BASTONE di legno bruciato sotto la macchina parcheggiata nel giardino della villetta. La polizia si insospettisce e pensando ad un incendio doloso, affida ciò che resta del bastone alla scientifica per approfondire le indagini. Ma già dopo poche ore arriva la conferma: viene trovato un portafoglio a pochi metri dalla macchina, anch’esso un po’ rovinato dall’incendio; all’interno ci sono dei DOCUMENTI DI IDENTITÀ ma poche lettere sono leggibili e quelle poche sembrano non appartenere a nessuno dei nomi delle vittime.
Chi è che odia tanto questa famiglia al punto da appiccare il fuoco nella loro casa? E soprattutto, perché?

di Nunzia de Francesco

Per gli esercizi di scrittura creativa sono stati utilizzati dei dadi per lo storytelling.